Lo scorso anno, le esportazioni di vini dal Sudafrica sono cresciute sia in termini di valore che in termi di fatturato dopo anni di flessione, seguiti a buoni risultati della metà del decennio scorso. Le vendite volume sono crescite nel 2021 del 22% sull’anno precedente fino a 3,381 milioni di ettolitri, quelle valore del 12,1% sino ad un fatturato di 10,2 miliardi di Rand, al cambio circa 599 milioni di euro.
Le vendite verso l’oltreconfine sono particolarmente sbilanciate verso lo sfuso le cui esportazioni hanno notevolmente superato quelle di vino in bottiglia/confezionato.
Il Regno Unito è ancora una volta il primo mercato di destinazione del vino sudafricano, con un trend del +12% volume (fino a 925.000 ettolitri) del +20% vs 2020 valore (fino a 2,5 miliardi di Rand). Al secondo posto tra i mercati di destinazione vi è la Germania cui seguono gli Stati Uniti (+134% volume e +39% valore fino a 887 milioni di Rand). L’export verso i Paesi Bassi è invece calato del 10% valore. Sebbene sia solamente l’ottavo mercato di destinazione del vino sudafricano, la Cina ha fatto segnare le crescite più importanti: +189% volume e +59% valore fino a 458 milioni di Rand. Buoni anche i numeri delle spedizioni verso i parsi del continente africano, in rialzo per le destinazioni Nigeria, Kenia, Tanzania, Uganda, Mozambico e Zimbabwe, dove sono stati superati i livelli pre-Covid.
Boccata d’ossigeno dunque per un’industria del vino che da anni soffre di problemi strutturali, recentemente acuitisi anche per le limitazioni governativa alla vendita di bevande alcoliche imposte nel contesto della pandemia (ne avevamo parlato qui). Rimane lo spettro delle accise: con un comunicato del 17 febbraio scorso, Vin Pro ha esortato il governo a non aumentare le accise sul vino proprio in un momento di (possibile) rinascita.
FEB