Il distributore londinese Liberty Wines, specializzato nella fornitura al settore on-trade premium e dell’off-trade indipendente del Regno Unito, ha diffuso a inizio settembre il suo report annuale Liberty Wines Premium On-trade Wine Report, ricerca che in generale racconta di un 2015 positivo, ma che pone il settore di fronte a nuove sfide. Come di consueto il report di LW è stato preparato in collaborazione con CGA Strategy.
Cresciute, del 6,3% in volume e del 9,4% in valore, le vendite di vino nel settore premium dell’horeca (ristoranti, hotel, gastropubs e wine bar), a fronte di un declino generale delle stesse riscontrato nel settore on-trade tutto.
Tra i prodotti più dinamici i vini bianchi fermi, il cui sviluppo è stato più importante rispetto a quello generale e sopracitato di questo mercato (+9.9% vs 6.3% in volume e +11.8% vs 9.4% in valore). In particolare il Sauvignon Blanc e il Pinot Grigio insieme valgono ben un terzo di tutte le vendite nell’on-trade di lusso del Regno Unito (36.8% in volume e 35.6% in valore).
Continua anche la crescita degli sparkling, anche questa più veloce di tutta la categoria vino; le vendite nel on-trade premium si sono incrementate in un anno del 32,9% in volume e del 58,3% in valore. Trattandosi di un settore più esclusivo è lo Champagne ad avere la parte più importante in questo commercio, con vendite doppie in volume e quadruple in valore rispetto al Prosecco.
Tra le tendenze di consumo, commentando il report, David Gleave MW, managing director di Liberty Wines, segnala la disposizione tipica delle consumatrici a scegliere vini e marchi già provati in precedenza e la crescente concorrenza che il vino trova nelle birre e nei superalcolici artigianali. Inoltre la ricerca rivela che il 39% dei consumatori crede che una più alta disponibilità di scelta di vino al bicchiere porti a provare più vini diversi (in particolare sono i consumatori più giovani a pensarla così: il 42% tra quelli nella fascia di età che va dai 18 ai 24 anni). Importante per i consumatori dell’on-trade premium anche la possibilità di relazionarsi con personale competente e capace di guidare nella scelta di una bottiglia (la pensa così ad esempio il 44% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni).
Il settore dovrà però nel prossimo futuro, sempre a parere di David Gleave, fare i conti con la persistente e significativa incertezza economica, cosa cui deve pensare anche l’industria del vino che sceglie di servire questo ramo del mercato.
Il report di LW propone anche una classifica dei varietali più importanti nelle vendite del settore on-trade premium. Al primo posto il già citato Sauvignon Blanc, seguito dal Pinot Grigio, dal Merlot (primo tra i rossi), dallo Chardonnay e dal Pinot Noir, che da una posizione di retroguardia degli anni passati è balzato ora ai primi posti. I primi cinque paesi fornitori del on-trade premium sono invece la Francia, l’Italia, la Spagna, il Cile e l’Australia.
Gli hotel assorbono il 19% di questo mercato, i ristoranti il 18%, i gastropub il 13%, i winebar il 7%, mentre restante 43% è formato da altre realtà, tra cui club privati e i locali esclusivi.
FEB
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