Come nel primo trimestre, c’è un dato che “droga” la performance generale del mercato – stiamo parlando di importazioni in bottiglia – portando un -10% che non si vedeva dai tempi dell’inizio della crisi economica: è il -28% della Francia, ovvero Bordeaux. Qui, si sta sentendo l’onda lunga dell’impasse cinese, con l’austerity imposta dal governo su regalie e simili che sta impattando non solo le spedizioni dirette dalla Francia, ma anche il riexport da Londra. Si calcola che circa il 50-60% dell’export di Bordeaux Premier Cru sia diretto in UK, e che buona parte di questo volume venga poi destinato al mercato cinese e di Hong Kong. E se questi frenano, l’effetto a catena è assicurato.
Detto dei bordolesi, il resto del mercato pare stare nei trend consolidati: per l’Italia, la robusta crescita di marzo (+14%) viene riportata a un più blando 4%, con l’inversione di tendenza sui listini: nel primo trimestre andavamo indietro di 7 penny, a giugno li abbiamo recuperati, anche se stiamo parlando di cifre misere: 1,91 sterline al litro. In sostanza, siamo i più economici insieme a tedeschi, sudafricani e spagnoli. Per il Nuovo mondo, i cileni proseguono la china non incoraggiante di inizio d’anno, con aumento prezzi troppo impegnativo (+15%) a incidere sia su volume che valore generale degli acquisti. In aumento invece americani e neozelandesi, stesso discorso per i sudafricani, che però offrono sul piatto listini più leggeri dell’8%. Trend al ribasso per l’Australia, ormai dedita all’invio sempre più massiccio di vino in cisterna: Canberra da queste parti fa oltre il 60% del business in tank, anche se con prezzi d’acquisto ridotti dell’8%.
Infine, la nota spumanti, dove il dato volumetrico italiano marcia al raddoppio, con uno strappo sui prezzi abbastanza importante da un anno all’altro: -30%. Un dato, quello dei prezzi, che conferma quanto già visto nel primo trimestre, e dovuto a massicce spedizioni di spumante generico quotato attorno a 1,95 sterline al litro. Calo dei listini anche per gli spumanti Dop, dove milita il Prosecco, passato dai 3,09 pound di giugno 2013 ai 2,74 odierni. Per quanto riguarda i competitors, buono il giro di boa per gli Champagne e per i Cava: entrambi limano leggermente i listini (-4%) e si portano a casa crescite doppie a volume.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane britanniche
Devi essere connesso per inviare un commento.