Secondo i dati Nielsen relativi alle vendite al dettaglio di vino fermo negli Stati Uniti nelle 52 settimane allo scorso 17 giugno 2017, sono ancora le fasce di prezzo più alte il più efficiente motore del mercato del vino.
Il fatturato annuo complessivo delle vendite di vino al dettaglio è cresciuto, nei canali di vendita tracciati da Nielsen, del 3,3% in valore e dell’1,1% in volume.
Le vendite al dettaglio di vino fermo (86,4% di quelle totali per valore) sono cresciute del 3% valore e dello 0,9% volume; quelle di vino sparkling (8,9% delle totali per valore) si sono invece incrementate in valore del 8,2% sulle stesso periodo dell’anno precedente e del 5,7% in volume
Il vino locale prende il 73,3% del valore del mercato del vino fermo e il 74,8% del suo volume. L’Italia è sempre primo fornitore dell’importato, con vendite al dettaglio cresciute del 3,5% in valore e del 2,3% in volume (tutti questi dati sono relativi ai punti vendita tracciati da Nielsen).
Guardando alle fasce di prezzo ci si accorge che è il vino più costoso a fare da traino, a conferma della persistenza del fenomeno della premiumization, cioè la tendenza da parte dei consumatori a scegliere prodotti di prezzo maggiore.
Mentre, infatti, le vendite di vino fermo economico arrancano o addirittura perdono quota quelle di vino premium e super premium crescono fino al +9,5%.
La fascia di prezzo fino a 2,99$ per bottiglia perde il 2,8% in valore e il 3,2% in volume; quella tra i 3 e i 5,99 $/bottiglia ristagna (+0,5% valore e +0,8% volume); quella tra i 6 e gli 8,99 $/bottiglia perde il 4,1% si in volume che in valore. Le cose vanno invece molto meglio al salire dei prezzi. Il vino venuto tra i 15 e i 19,99$ per bottiglia guadagna nelle vendite in valore il 9,5% e l’8,1% in quelle in volume. Cresce anche la fascia top, prezzo maggiore di 20$ per bottiglia: +8,5% in valore e +6,1% in volume.
Tutti i dati citati (e altri) sono consultabili qui su Wine Industry Insight che riproduce la tabella Nielsen.
FEB
Devi essere connesso per inviare un commento.