L’analisi di IWSR sul mercato statunitense delle bevande alcoliche, US Beverage Alcohol Review (US BAR), conferma il calo dei consumi 2017 già stato anticipato a gennaio (ne avevamo parlato qui). Il volume totale di consumo è stato stimato in 3.372,5 milioni di casse da nove litri, -0,7% sull’anno precedente.
La birra, che tra gli alcolici che detiene la quota volume maggior, ha lascito indietro, rispetto al 2016 ben 29,4 milioni di casse da nove litri (-1,1%).
Crescono invece i consumi di vino, +1% fino a 2.659,6 milioni di casse e quelli di superalcolici, +2,2% fino a 226 milioni di casse, ma non basta. Nella categoria superalcolici si segnala la significativa progressione del brandy (+5,3% vs 2016 fino a 13,5 milioni di casse) e quella degli spirits agave-based, come Tequila e Mezcal (+7,6% fino a 17,7 milioni di casse); la vodka guadagna sull’anno 2016 l’1,4% e totalizza 75,8 milioni di casse da nove litri.
Al calo dei consumi in volume corrisponde però una crescita del valore del settore alcolici, stimata nel +1,6% fino a 157,7 miliardi di dollari, e determinata in gran parte dalla predilezione sempre maggiore per gli alcolici di qualità. Le vendite al dettaglio di bevande alcoliche sono cresciute del 4,4% sul 2016; l’e-commerce – che vale l’8,9% delle vendite al dettaglio – si è incrementato del 16% vs anno precedente.
Secondo IWSR dunque, i fattori che incidono di più sul mercato sono oggi da una parte la moderazione e le istanze salutistiche (che incidono sul calo dei volumi), e dall’altra la spinta verso i prodotti di qualità che si ripercuote positivamente sul valore. Nel 2017 la percentuale degli adulti statunitensi che dichiara di consumare bevande alcoliche è stata del 62%, contro il 65% registrato per il 2016.
Tra i dati significativi dell’US Beverage Alcohol Review (US BAR) segnaliamo anche quello relativo al numero delle aziende produttrici, cresciuto del 14% nel 2017; le aziende vinicole censite sono oggi 12.335, i birrifici 8.863, le distillerie 2.531.
FEB
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