Per il secondo anno consecutivo il commercio dei vini varietali europei non cresce. Nel 2014, il totale movimentato in bottiglia è stato pari a 160 milioni di litri, 10 milioni in più rispetto al 2013, per un controvalore di 309 milioni di euro, livello praticamente simile al 2012/13. Dopo un’impennata avuta con i primi due anni di commercializzazioni di questi nuovi vini introdotti con la riforma dell’Ocm nel 2010, insomma, pare che le cose si siano stabilizzate: la quota dei varietali in bottiglia sul totale vini fermi commercializzato dai Paesi dell’Ue resta quindi al 2,5% a valore e al 4,5% in volume.
Top exporter rimane la Francia, con un valore esportato pari a 140 milioni di euro (il 45% del totale Ue), valore stabile rispetto ai due anni precedenti. Mentre continua a crescere il valore dell’esportato spagnolo, arrivato oltre soglia 66 milioni di euro. L’Italia, terza in classifica, invece cala, ritornando ai livelli dell’esordio del 2010, poco sotto 30 milioni di euro.
Come si vede dal grafico qui sotto, i prezzi medi dei varietali si mantengono pressoché stabili, in un range che è andato via via restringendosi e che va dal massimo italiano di 2,41 euro per litro al minimo spagnolo di 1,53.
Quali sono i mercati di principale assorbimento dei varietali europei? Il grosso – sempre per quanto riguarda i vini fermi – è commercio intra Ue (circa il 70%), con l’Inghilterra che assorbe poco meno del 20% del totale, per lo più vino francese. Inghilterra che dopo una parabola ascendente del primo triennio, ora pare essersi stabilzzata attorno a 60 milioni di euro, mentre sul volume vi è una magggiore crescita, imposta da prezzi medi di ingresso in deciso calo (dai 2 euro per litro del 2010 si è oggi attorno a 1,60).
Secondo mercato è la Germania: 50 milioni di euro, ma in parabola discendente, anche sui volumi (23 milioni di litri). Poi ancora un mercao Ue, i Paesi Bassi, con volumi e valori stabili dal 2012 (35 milioni di euro e una quota sul totale del 12%).
Primo Paese extra Ue sono gli Usa, 21 milioni di euro registrati nel 2014, in buona crescita sul 2013, anche se i prezzi nel 2014 sono precipitati per di una cinquantina di cents per litro (a 3,10). Dietro agli Usa troviamo la Cina: 15 milioni di euro scarsi, livello stabile rispetto agli ultimi due anni, ma anche qui prezzi tendenzialmente in calo, scesi per la prima volta l’anno scorso sotto soglia 2 euro per litro.
Infine, una nota sul packaging: a livello volume, l’export comunitario di varietali viaggia al 50% in bottiglia e al 50% in contenitori sopra 2 litri o sfusi, mentre sui valori il peso della bottiglia sale al 70%. La media della bottiglia in termini di prezzo sta attorno a 2 euro per litro, mentre lo sfuso e il confezionato sopra 2 litri viaggiano a una media di 60 centesimi. Questo il grafico dell’export di varietale sfuso.
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