Quando si parla di vino made in Usa è quasi naturale pensare alla California, ma vi è (una qualche) produzione vinicola in gran parte degli Stati Uniti, dall’Alaska alla Florida e al Wyoming, dall’Oregon allo Stato di New York. In particolare è oggi in rapida espansione l’industria vinicola dell’Oregon, come suggerito dal report annuale dell’Oregon Wine Board, agenzia statale semi-indipendente di promozione del settore. Nel 2018 aziende viticole e cantine dell’Oregon hanno visto una crescita nelle vendite, nei ricavi, nella produzione.

Il valore della produzione d’uva ha raggiunto per la prima volta i 200 milioni di dollari; è cresciuto il numero degli impianti vitati dai 1.144 registrati nel 2017 fino a 1.165, così da portare il vigneto nazionale a una superficie di 35.972 acri (14.557 ha, +5,8% vs 2017); il maggior incremento della superficie vitata, +10%, è avvenuto tra Umpqua Valley e Rogue Valley. Principale varietà coltivata il Pinot Noir, sia per superficie occupata (quota del 57%) che per produzione (59%)

Rilevante incremento anche nel numero delle cantine, dalle 769 attive nel 2017 alle 793 del 2018 (il maggior incremento arriva dalla South Willamette Valley, 16 nuove cantine lo scorso anno, e dalla North Willamette Valley, 12 nuove cantine).

Cresce anche il raccolto d’uva, +3,3% vs 2017, fino a 79,685 ton, così come il volume delle vendite, fino a 4,15 milioni di casse nel 2018 (+15%), per un valore complessivo di 607,3 milioni di dollari (+10,4%), grazie soprattutto alle spedizioni negli altri stati della federazione nordamericana, al canale Dtc (+14,6%) e alle esportazioni verso paesi terzi (raggiunto nel 2018 il volume di 104,477 casse, +10,7%).

Le principali destinazioni estere del vino dell’Oregon sono il Canada (45% di tutte le esportazioni e 47.338 casse nel 2018) e il Regno Unito (11,200 casse nel 2018), ma sono in significativo sviluppo i mercati di Scandinavia, Messico, Hong Kong e Cina, Corea del Sud.

L’edizione 2018 dell’Oregon Vineyard and Winery Report è disponibile qui.

FEB