La Wine and Spirit Trade Association (WSTA) ha nuovamente fatto appello al Governo del Regno Unito perché agisca in favore dei consumatori e dell’industria delle bevande alcoliche.
In occasione della sua convention annuale, tenutasi a Londra lo scorso 12 settembre, la WSTA ha presentato il suo ultimo studio di mercato che una diminuzione delle vendite di bevande alcoliche sia nell’off-trade, il canale delle vendite al dettaglio, sia nei bar e ristoranti (settore on-trade). Quello oggetto dell’analisi, 26 marzo – 17 giugno, è il quarto trimestre consecutivo di contrazione del mercato. Alla radice del calo dei consumi, secondo la WSTA, vi è l’aumento dei prezzi, su cui pesano tre fattori: l’impatto della Brexit sulla sterlina, l’inflazione che ne è derivata e l’aumento della tassazione sugli alcolici introdotta nel Budget di marzo (ne avevamo parlato qui).
Il prezzo medio al dettaglio di una bottiglia di vino è ora di £5.56, il 4% in più rispetto allo scorso anno, mentre per bere un bicchiere di vino fuori casa si spendono in media 21 pence in più rispetto allo stesso trimestre del 2016.
Secondo un sondaggio di YouGov, i cui risultati sono pubblicati nel sopracitato report della WSTA, da febbraio a oggi la percentuale dei consumatori preoccupati di dover pagare sempre di più per l’acquisto di bevande alcoliche è crescita dal 71% all’80%.
Non vi è inoltre nulla di positivo all’orizzonte, visto che non è in programma per il Budget autunnale una diminuzione della tassazione del vino. Oggi sul prezzo medio di una bottiglia di vino fermo al dettaglio (£5.56) le imposte pesano per il 56%. Ancora di più sono tassati gli spumanti.
FEB
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